Two popular antivegan arguments which are pseudoscientific bullshit: “Top of the Food Chain” and “Circle of Life”

Food Chains

Let’s clarify terminology:

A food chain is a series of steps in which organisms transfer energy by eating and being eaten.

Miller and Levine, Biology, ed. 2010, page 73

A vegan foodchain has the same starting point as any non-vegan food chains (non sentient primary producers) and the same target point as any non-vegan food chains (humans) – which means that vegans are at the top of their food chain precisely as well as non vegans. Rather than being an argument against veganism, food chains are an argument in favour of veganism: Vegan foodchains are inherently more efficient, because of better http://feed conversion ratios, due to a smaller number of links. This also logically implies that veganism is inherently less resource-intensive than any alternatives (as shown clearly by research).

Circle of life

The concept of “Circle of Life” is often used in arguments against veganism, but it has no biological definition, and has no scientific relevance.

If we define it as some sort of supernatural “energy” flowing through living things, a “symbolic representation of birth, survival and death“, “Nature’s way of taking and giving back life to earth. It symbolizes the universe being sacred and divine. It represents the infinite nature of energy, meaning if something dies it gives new life to another“… : this is just pseudoscience.

If we define it as a concept related to food chains… see section above about food chains.

If we define it as biological life cycle, what is the argument against veganism exactly? What biological cycles would vegan affect, which non-vegan do not affect?

“Circle of Life” arguments against veganism are bullshit, however you define the meaning of the expression.

Evoluzione imbruttita!

Questo post nasce da un video condiviso su Youtube dall’immenso Giorgio Immesi (aka “il Vegano Imbruttito”, https://www.facebook.com/ilveganoimbruttito ) in cui intervista Valentino Bellucci (https://en.wikipedia.org/wiki/Valentino_Bellucci) sul tema della Teoria dell’Evoluzione, e sulla sua legittimita’ scientifica. Ecco il link al video: https://www.youtube.com/watch?v=iNDtc6R33Mg

Valentino Bellucci ha scritto anche un libro sull’argomento, “La Chiesa di Darwin: I Dogmi dell’evoluzione e gli scienziati che la criticano”.

A mio avviso, tutti gli argomenti proposti nel video si basano su un’errata comprensione della Teoria dell’Evoluzione, e di vari concetti ad essa legati (caso, selezione naturale, …). Riportero’ in questo post una serie di citazioni dal video, e ne trarro’ alcuni commenti…

L’apertura del video

Il video si apre con il Bellucci che dice:

Se ci fosse veramente scienza su questo, ci sarebbe un dibattito. […] Questo dibattito non si fa perche’ se no le persone cominciano a svegliarsi, e tu sai che se le persone si svegliano per certi poteri e’ finita

V. Bellucci

Non cominciamo benissimo. Il dibattito sull’Evoluzione e’ in corso da decenni, gli argomenti contro l’Evoluzione sono sempre gli stessi, e sono stati rigorosamente sbufalati innumerevoli volte. Basti pensare al caso di Dover, negli Stati Uniti, in cui un gruppo religioso ha tentato di inserire nel curriculum scientifico di una cittadina americana un testo sulla teoria dell’ Intelligent Design, come teoria scientifica alternativa all’Evoluzione; gli insegnanti di scienze si sono rifiutati (giustamente) di parlare di Disegno Intelligente come di una teoria scientifica, e la cosa e’ finita in tribunale (https://en.wikipedia.org/wiki/Kitzmiller_v._Dover_Area_School_District). Il dibattito su questo tema durante il procedimento legale e’ stato enorme, e la risonanza mediatica fortissima. Ma non e’ certo la prima volta che la Teoria dell’Evoluzione e’ stata sottoposta a uno scrutinio approfondito e a violente critiche; basti pensare che gia’ nel 1986 Richard Dawkins scriveva il suo celebre “Orologiaio Cieco” https://it.wikipedia.org/wiki/L%27orologiaio_cieco, in cui spiega come processi causali e selezione naturale diano origine a strutture biologiche funzionali senza alcun bisogno di un designer intelligente.

Segue un riferimento a fantomatici “poteri forti”, in classico stile complottista, che mi asterro’ dal commentare 😀

Si apre l’intervista

La conversazione si apre con Giorgio che si interroga sul ruolo del caso nei processi evolutivi, e su come possiamo essere il prodotto di processi casuali.

Bellucci risponde introducendo il suo libro “La Chiesa di Darwin”:

Perche’ l’ho chiamato cosi? Perche’ si e’ creata una sorta di religione, di dogma, come nelle chiese: devi credere come dico io e basta, anche se non ci sono le prove.

V. Bellucci

La Teoria dell’Evoluzione non ha nulla di dogmatico, ed e’ stata comprovata empiricamente da molteplici discipline scientifiche: genetica e paleontologia prima di tutto, ma anche embrologia, biogeografia, e anatomia (per esempio lo studio degli organi vestigiali). Centinaia di fenomeni di adattamento evolutivo sono stati osservati in natura (non solo in specie monocellulari, ma anche in specie complesse che si riproducono sessualmente), e sono stati persino osservati casi di speciazione osservata direttamente (https://blogs.scientificamerican.com/science-sushi/evolution-watching-speciation-occur-observations/); esistono molteplici libri scritti sull’argomento, e materiale divulgativo disponibile anche online, tra cui consiglio l’opera di Jerry Coyne, “Perche’ l’Evoluzione e’ vera”. Ha anche fatto dei video divulgativi, disponibili su youtube, come per esempio: https://www.youtube.com/watch?v=KIiXU_CfT04

Se l’Evoluzione fosse cosi’ evidente non esisterebbero fior di genetisti, che sono tra i piu’ grandi del ‘900 ma anche oltre, che dicono che non e’ cosi’

V.B.

Per qualsiasi teoria scientifica esistono individui, piu’ o meno qualificati, che esprimono opinioni diverse. Questo non prova affatto che la teoria sia debole: proprio per questo il metodo scientifico richiede che ogni affermazione venga comprovata empiricamente (e, come vedremo, nessuna delle affermazioni del dott. Bellucci e’ supportata empiricamente).

Non solo: gli studiosi dell’Evoluzione, da scienziati rigorosi quali sono, hanno elencato esplicitamente come la teoria dell’Evoluzione potrebbe essere dimostrata falsa; elencando quali tipi di evidenza sperimentale proverebbero la sua falsita’, come per esempio l’individuazione di una specie in cui non esista variabilita’ genetica, l’individuazione in una specie di tratti favorevoli solo ad un’altra specie, oppure il rinvenimento di fossili incompatibili con lo strato geologico che li contiene (per esempio, il ritrovamento di un mammifero nel devoniano). Nessuna evidenza di questo tipo e’ mai stata trovata. Mai.

Darwin stesso era consapevole che c’erano molti punti deboli, uno di questi erano i fossili. Ci dovrebbero essere un sacco di transizioni tra il pesce e quello che viene fuori, i rettili, oppure tra i rettili e i mammiferi. Non ci sono questi fossili. Ma non perche’ lo dico io, […] Roberto Fondi ha detto: guarda e’ cosi’, i paleontologi lo sanno che i fossili non supportano questa teoria.

V.B.

La verita’ e’ che i ritrovamenti fossili supportano completamente la teoria evolutiva, e – nonostante solo lo 0.01% delle specie abbiano esemplari fossili ritrovati (dato stimato, fonte: Jerry Coyne), esistono centinaia di fossili di transizione: tra pesci ed anfibi, tra anfibi e rettili, tra rettili e mammiferi, tra mammiferi ed uccelli. Sono documentati in innumerevoli libri, in innumerevoli ricerche scientifiche, sono esposti nei musei di scienze naturali di tutto il mondo (consiglio a tutti una visita al Museo di Scienze Naturali di Londra, in particolare, essendo ricchissimo ed affascinante).

Ma allora perche’ cosi’ tanta gente si lamenta dell’assenza di questi benedetti fossili? Chiariamo con un esempio, immaginiamo di voler trovare le specie intermedie tra due specie A e Z, e supponiamo di trovare un fossile di transizione B: adesso la domanda diventera’: adesso devi trovarmi il fossile tra A e B, e quello tra B e Z. Quindi ora la richiesta si fa di due fossili. Quando gli scienziati troveranno quei due fossili, il negazionista dell’Evoluzione chiedera’ quattro nuovi fossili tra tutte le specie trovate e cosi’ via, in modo esponenziale: non e’ che manchino i fossili di transizione, e’ che non c’e’ peggior sordo di chi non vuol sentire…

Non solo i fossili esistono, ma sulla base della Teoria dell’Evoluzione, gli scienziati sono stati in grado di fare predizioni di questo tipo: “Negli strati risalenti a circa 375 milioni di anni fa, dovrebbero esserci fossili con caratteristiche intermedie tra il pesce e l’anfibio”. Ed e’ cosi’ che un gruppo di ricercatori, ispezionando strati di questo periodo geologico, hanno trovato Tiktalik, un meraviglioso fossile di transizione… tra pesci ed anfibi, come previsto: https://en.wikipedia.org/wiki/Tiktaalik

Si e’ deciso che la verita’ e’ quella per motivi che fanno comodo a certi poteri

V.B.

A ridaje co’ sti poteri…

Il caso e’ un concetto non scientifico. Quando senti parlare un Dawkins o altri divulgatori, anche Stephen Hawkins diceva ‘l’universo e’ tutto un caso’, quella non e’ piu’ scienza, non si sta parlando di matematica, si sta facendo pessima filosofia. […] La parola ‘caso’ e’ un nonsense, cosa vuol dire caso, non ha alcun senso perche’ ogni effetto ha una causa. tipo: da dove viene la vita? E’ casuale.

V.B.

A fare cattiva filosofia ci sta pensando il dott. Bellucci: anche se si ammette che ogni effetto abbia una causa (una visione meccanicista, messa in discussione da alcune prospettive sulla teoria quantistica, ma questa e’ un’altra storia), parlare di caso non significa dire che un effetto non abbia una causa: significa ammettere che le cause di un evento siano cosi’ complesse da non poter essere trattate se non in termini probabilistici. E non bisogna scomodare l’evoluzione per capirlo: il lancio di un paio di dadi e’ un fenomeno estremamente complesso se lo si vuole esaminare dal punto di vista matematico con un modello determinista, pertanto lo si affronta con il calcolo delle probabilita’. Ebbene si’: il concetto di caso non solo e’ un concetto perfettamente legittimo nel mondo scientifico, ma anche nel mondo matematico (il concetto di evento casuale e’ il fondamento stesso del calcolo delle probabilita’).

Quando si parla di “mutazioni casuali” non si intende dire che le mutazioni non abbiano cause, ma che queste cause non siano determinabili in un modello determinista, in quanto troppo complesso per essere trattabile (sul piano matematico e, piu’ in generale, sul piano concettuale): e’ un fatto osservato ed indubbio che il genoma di ogni specie sia soggetto a mutazioni, e ad errori di replica nel DNA. Questi errori di replicazione nel DNA si traducono in cambiamenti fisiologici su cui opera la selezione naturale, portando dal primo organismo unicellulare alla meravigliosa varieta’ della biosfera.

La perfezione

Secondo me l’essere umano e’ perfetto. Secondo la teoria di Darwin noi non siamo ancora perfetti, perche’ seguendo la logica di Darwin noi tra 200000 anni avremo le ali, o saremo degli esseri perfetti. Secondo la teoria di Darwin, gli animali 200 milioni di anni fa erano a meta’, e noi eravamo a meta’.

Giorgio Immesi

Cosa vuol dire perfetto? In una prospettiva evolutiva, non esiste il concetto di perfezione: esiste il concetto di adattamento all’ambiente in cui un organismo vive. Si potrebbe definire che ogni organismo e’ adatto all’ambiente in cui vive e da questo sorge la nostra percezione della sua perfezione. Secondo la logica della teoria dell’Evoluzione e’ possibile che la nostra specie si evolvera’ in futuro con adattamenti evolutivi, ma visto che l’evoluzione non e’ un processo teleologico, ma un processo di interazione tra mutazioni genetiche casuali e selezione naturale, e’ impossibile prevedere in quale direzione l’evoluzione ci portera’. Gli animali 200 milioni di anni fa erano “perfetti” nella stessa misura in cui sono “perfetti” oggi.

Sono cose che uno puo’ credere solo se non va ad approfondire, ma se va ad approfondire non ci sono prove. Lo squalo e altri animali sono rimasti uguali per milioni di anni, quindi questa evoluzione ha qualche problemino, diciamo, o c’e’ o non c’e’.

V.B.

L’evoluzione, indubbiamente, c’e’: il che non significa che debba operare con la stessa rapidita’ per tutte le specie, o in tutti gli ambienti. E’ una considerazione che discende ovviamente dalla natura casuale dei processi di mutazione genetica su cui opera la selezione naturale. L’esistenza di specie molto antiche pertanto non e’ una ragione per dubitare dell’Evoluzione…

Things Raphael can’t understand

Raphael is a dear friend of mine.

However, when we discuss veganism, he repeatedly made clear there are a number of things he just can’t understand about veganism. Here’s a list, with a clear explanation for him.

1. Veganism is not a diet

Raphael keeps saying veganism is “just a diet”, or “an opinion about diet”, and he keeps asking “if you take out diet from veganism, what’s left?”.

Veganism is a lifestyle which affects many aspects of daily life: it affects what you eat, surely, but it also affects how you dress: for example the materials used for your clothes, for your shoes, for your wallets, for your bags, for your suitaces.

It affects the way you conceive we should treat animals in settings like zoos (which should be closed altogether), and the policies vegans promotes for hunting in general, and for trophy hunting in particular.

It affects what you choose to buy for cosmetics, for jewelry, the materials inside the car you drive, the soap and shampoo you use to keep yourself clean and fresh.

It encompasses the ethics of scientific research (vegans think there is no moral justification for the exploitation of animals, no matter what knowledge you are after; science should pursue alternative methods).

All this should be clear from the definition of veganism ( https://www.vegansociety.com/go-vegan/definition-veganism ), but Raphael never read it, and it ignores it when he is pointed to it.

2. Speciesim is a form of discrimination based on species, exactly as racism is a form of discrimination based on race

Raphael will say “speciesism is not a thing”, or “there is not such a thing as speciesism”, or “speciesism is a made up word”.

He is wrong.

Here’s the definition of speciesism from Cambridge: https://dictionary.cambridge.org/dictionary/english/speciesism; here’s the definition from Mirriam Webster: https://www.merriam-webster.com/dictionary/speciesism ; here’s the definition from Oxford: https://www.oxfordlearnersdictionaries.com/definition/english/speciesism; here is Collins: https://www.collinsdictionary.com/dictionary/english/speciesism ; here is MacMillan: https://www.macmillandictionary.com/dictionary/british/speciesism

Here is Richard Dawkins acknowledging that we live in a speciesist society (00.16): https://www.youtube.com/watch?v=Vgmjh7bh7Ks

Dear Raphael, if you think “speciesism is not a thing”, you’re either delusional or intellectually dishonest. Recommended reading: https://www.amazon.co.uk/Speciesism-Why-Wrong-Implications-Rejecting/dp/154651032X/ref=sr_1_1?dchild=1&keywords=speciesism&qid=1615721236&s=instant-video&sr=1-1-catcorr

3. Veganism is not a religion

Again, from the definition of veganism (https://www.vegansociety.com/go-vegan/definition-veganism) this should be perfectly clear. Yet, Raphael insists it’s a “cult”, it’s a “sect”, or it’s a “religion”.

In veganism, there are no articles of faith, no mythological narrative, no dogmas, no rituals, no temples, no sacred scriptures.

Furthermore, the fact that veganism is a philosophical belief, was acknowledged by British law (https://www.bbc.co.uk/news/uk-50981359); and the definition of “philosophical belief” is: “A philosophical belief is a non-religious belief and includes things like humanism, secularism and atheism.” (https://www.citizensadvice.org.uk/law-and-courts/discrimination/protected-characteristics/religion-or-belief-discrimination/).

N o n – r e l i g i o u s, Raphael.

Consuming animal products and zoonotic diseases

True: COVID-19 was not born in an industrial farm, and it is not even well established whether the first spillover occurred in the Wuhan wet market. It is also true that some risk factors related to the development of new diseases are not related directly to animal product consumption, for example the increasing world population and the size of urban agglomerates in proximity of wildlife habitats.

But, as a matter of fact, consuming animal products increases many risk factors for the genesis and spread of new zoonotic disease, and it had its role in the genesis and spread of COVID-19 itself. If you think that’s not true, you’re in denial.

Let’s see the facts.

1. Animal farming is a significant cause of deforestation and loss of biodiversity worldwide

2016 study from the Institute of Social Ecology (University of Natural Resources & Life Sciences, Vienna) analyzed the relation between dietary choices, global food supply and deforestation. The result is summed up in this article, which reports the words of the authors: “If the world’s population followed a vegan diet, all combinations of parameters, even those with lowest yield levels and low cropland expansion, would be feasible”.

See also: http://www.fao.org/3/a0701e/a0701e00.htm

And no, the soy production for seitan and tofu is not responsible for that. Soy produced for human consumption has a negligible role compared to the production for animal consumption: https://sentientmedia.org/does-soy-consumption-harm-the-planet-depends-whos-eating-it/

2. Deforestation and loss of biodiversity are risk factors for the spread of zoonotic pandemics

This is explained quite well in recent articles published by several newspapers like https://www.nytimes.com/2012/07/15/sunday-review/the-ecology-of-disease.html, https://www.thenation.com/article/environment/coronavirus-habitat-loss or http://theguardian.com/world/2020/mar/28/is-factory-farming-to-blame-for-coronavirus

But let’s see other sources:

“The rapid growth in livestock production and supply chains is creating public health threats as- sociated with an animal-to-human pathogen shift, which implies pandemic risks, food safety hazards and high burdens of zoonotic diseases, depending on the agro-ecological and socio- economic development context.
Livestock production and supply practices are part of a complex of global factors that drive disease emergence, spread and persistence.”

http://www.fao.org/3/i3440e/i3440e.pdf

“Disease emergence correlates with human population density and wildlife diversity, and is driven by anthropogenic changes such as deforestation and expansion of agricultural land (i.e., land-use change), intensification of livestock production, and increased hunting and trading of wildlife”

https://www.pnas.org/content/117/8/3888

3. The appetite for animal products and the consequent intensification of industrial farming pushes small farmers towards hunting, commodifying and trading wild animals as alternative trades

This is precisely what happened in China in the past decades, increasing the risk for the development and spillover of zoonotic diseases. Which resulted in Coronavirus. Thank you, meat eaters.

“During the 1990s, large industrial poultry enterprises, organized as vertically integrated “dragon-head corporations” (longtou qiye), began to steadily increase market share. Statistics show a rapid drop in smallholder poultry farms (Ke and Han 2008). During fieldwork, I discovered that many of these smallholders have not necessarily abandoned poultry production altogether, but instead now specialize in local or unusual breeds. One manner of specializing production, which aims to meet the growing demand for distinctive foods among wealthy elites, is to breed wild animals.”

https://journal.culanth.org/index.php/ca/article/view/ca30.1.03/258

4. Amassing large amounts of animals in restricted areas increases the risk of development of zoonotic diseases

“Low genetic diversity in the domestic population encourages rapid dissemination of infection if the latter are susceptible. The expansion of intensive livestock production in the last few decades, particularly for short generation interval species such as poultry and pigs, creates large high density populations in which there is an increased probability of adaptation of an introduced influenza virus and amplification for transmission between farms, to humans, and to wild animals”

https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3666729/

Conclusions

These are the facts:

  1. Since animal farming (driven by an increase in demand of animal products) is a significant cause of deforestation and loss of biodiversity, and deforestation and loss of biodiversity are risk factors for the genesis spread of zoonotic pandemics, we can conclude that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases.
  2. Since the intensification of industrial farming (driven by an increase in demand of animal products) pushes small farmers towards hunting, commodifying and trading wild animals as alternative trades (which in turn are risk factors for the genesis and spread of zoonotic disease, consuming), we can conclude that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases
  3. The expansion of intensive livestock production (driven by demand in animal products) in the last few decades, particularly for short generation interval species such as poultry and pigs, creates large high density populations in which there is an increased probability of adaptation of an introduced influenza virus and amplification for transmission between farms, to humans, and to wild animals. It follows that consuming animal products increases risk factors for the genesis and spread of zoonotic diseases
  4. The problem is not confined to the wet markets of Asia, obviously. The consumption of animal products has an impact, regardless of where it happens. For example, several popular “traditional” European products are actually produced with exotic meat (e.g.: the famous “Bresaola della Valtellina” is actually produced with Brazilian meat: https://cucina.corriere.it/notizie/cards/bresaola-valtellina-igp-fatta-carne-zebu-sudamericano-pochi-sanno/caso-bresaola_principale.shtml ), or produced with animals fed with soy-based food (this applies to pork, poultry, fish, …) – and soy is imported from Brazil, where its production causes deforestation.