Il mito del “Vegano al 100%”

Si sente spesso l’anti-vegano di turno berciare cose tipo:

Non sei al 100% vegano! Esistono derivati animali nei monitor LCD, nei farmaci, in alcune banconote, nei copertoni delle automobili! E poi compri anche tu prodotti dalle multinazionali che inquinano l’ambiente e sfruttano le persone! Dovresti vivere in un bosco e girare scalzo! I vegani sono ipocriti… Scacco matto vegani!

il classico pecorone di turno del gregge anti-vegano

Questa obiezione e’ stupida sotto diversi punti di vista… Vediamo perche’:

  1. Si tratta di una https://it.wikipedia.org/wiki/Falsa_dicotomia , cioe’ di un ragionamento fallace. I vegani non sono perfetti, ma questo non vuol dire che qualsiasi sforzo fatto nella direzione di non nuocere ad animali ed ambiente sia vano. Sarebbe come dire: e’ impossibile eliminare al 100% la criminalita’, quindi tanto vale eliminare del tutto polizia e sistema giudiziario; oppure: e’ impossibile salvare tutte le vittime di un disastro naturale, quindi tanto vale lasciar perdere del tutto i soccorsi. E’ impossibile (o quasi) vivere ad impatto etico e ambientale nullo, ma questo non vuol dire che evitare di mangiare prodotti animali, o evitare di comprare abiti o scarpe di pelle non abbia alcun impatto positivo.
  2. Molti prodotti di scarto delle produzioni animali sono utilizzati nella produzione di tecnologia o altri oggetti di uso quotidiano, semplicemente perche’ le dimensioni planetarie dell’industria della carne e del latte consente prezzi bassissimi, cioe’ per pure ragioni di economia di scala. Quando l’industria della carne e del latte sara’ fortemente ridimensionata, i costi di questi prodotti di scarto diventeranno progressivamente piu’ alti, e il mercato reagira’ rimpiazzandoli progressivamente con prodotti di sintesi, o con prodotti di origine vegetale. Di conseguenza, lo sforzo dei vegani, che si concentrano sulla causa primaria della sofferenza animale, cioe’ sull’industria che produce direttamente prodotti animali, e sull’ideologia specista su cui si basa, e’ perfettamente logico e razionale.
  3. Fa sorridere come questo argomento venga utilizzato da persone che usano automobili, farmaci, mangiano carne e formaggi, indossano abiti in pelle; come se i veri problemi (di cui peraltro accusano i vegani) non fossero la sofferenza animale e l’impatto ambientale di una societa’ dei consumi fuori controllo, ma il fatto che alcune persone (i vegani, appunto) sollevino questi problemi…

Voglio, infine, citare un articolo di Charles Horn, in cui viene sottolineato un punto molto importante:

“Ciò che è etico non corrisponde a quello che la società ci rende facile. Se la società in cui viviamo rende impossibile vivere al 100% in accordo con i nostri standard morali, non dobbiamo cambiare gli standard per adeguarci alla società, ma chiedere cambiamenti nella società in modo che possiamo vivere eticamente.”

https://freefromharm.org/common-justifications-for-eating-animals/100-vegan/?fbclid=IwAR3c7pTe6Q10SesrqBHOk39F0Sy4LrSyY8_ceOGRfbAXhGo5do4UbjtzW4o

“Chiedere cambiamenti nella societa’ in modo che possiamo vivere eticamente”: cioe’ proprio quello che fanno i vegani (anche quelli al 99%).

Veganismo ed evoluzione

Un argomento che viene spesso mosso contro il veganismo è il seguente:

La specie umana è una specie onnivora, che presenta adattamenti evolutivi per nutrirsi di carne. Nutrirsi di carne ha consentito lo sviluppo del cervello e, di conseguenza, delle capacità cognitive proprie della specie Homo Sapiens. Il veganismo è pertanto contrario alla natura umana e in contraddizione con la sua storia evolutiva.

Questo argomento tradisce una fondamentale ignoranza o incomprensione del concetto di evoluzione:

  1. L’evoluzione non è un processo teleologico: gli adattamenti evolutivi sono cioè sempre un risultato a posteriori, e non mutamenti finalizzati ad una qualsivoglia funzione a priorihttps://www.jstor.org/stable/2709913 ; concetto spiegato molto bene da Richard Dawkins nel celebre libro L’orologiaio cieco, https://it.wikipedia.org/wiki/L%27orologiaio_cieco ). I processi evolutivi non hanno obiettivi, ma solo effetti che è possibile riconoscere solo a posteriori.  Pertanto, qualsiasi dieta che sia salutare per una specie va considerata in linea con la sua storia evolutiva. In particolare, se una dieta vegana non fosse in linea con i tratti evolutivi sviluppati nel corso dell’evoluzione umana, nessuna dieta vegana potrebbe essere sana (e invece una dieta vegana ben pianificata è perfettamente sana, come attestato dalle associazioni di dietisti di tutto il mondo; alcuni link, tra le decine disponibili, a studi e documenti ufficiali sono raccolti qui: https://veganfacts.info/…/una-dieta-senza-prodotti…/ ). E infatti per avere dei consigli dietetici, non ci si rivolge ad un antropologo evolutivo ma ad un dietista.
  2. L’evoluzione non riguarda solo aspetti fisiologici, ma anche lo sviluppo di capacità cognitive uniche, assenti in altre specie, come il linguaggio e la capacità di astrazione e ragionamento. È proprio sulla base di queste caratteristiche che la specie Homo Sapiens ha la nozione “filosofica” di etica e di comportamento morale: e questo è precisamente il motivo per cui e’ perfettamente naturale, ed in linea con la storia evolutiva della specie, interrogarsi sui temi etici piú vari, incluso quello dello status morale degli animali (a cui l’Università di Stanford, per esempio, dedica questa pagina: https://plato.stanford.edu/entries/moral-animal/) da cui nasce la proposizione vegana.

Per riassumere: non solo non esiste alcuna contraddizione tra veganismo ed evoluzione, ma il veganismo esiste proprio in virtú dell’evoluzione cognitiva che rende la specie Homo Sapiens capace di riflessioni di natura etica.

Alcune curiosità:

  1. uno dei libri piú letti di sempre sulla storia (evolutiva e non) della specie umana è “Sapiens” ( https://it.wikipedia.org/wiki/Sapiens._Da_animali_a_d%C3%A8i._Breve_storia_dell%27umanit%C3%A0 ), il cui autore (Yuval Noah Harari)  è vegano.
  2.  Anche Richard Dawkins, uno dei massimi esperti mondiali di biologia evolutiva (sua è la voce che si sente al museo di scienze naturali di Londra, nel percorso sull’evoluzione umana), qualifica il veganismo come “moralmente superiore”, e giustifica questa affermazione su basi evolutive: https://www.youtube.com/watch?v=Vgmjh7bh7Ks . Peccato che, pur predicando bene, non razzoli altrettanto bene: pare che – sebbene abbia dichiarato di essere per lo piú vegetariano (“I am vegetarian at home, I’m kind of halfway there”,  https://www.youtube.com/watch?v=eQa0GmWWBWg ) –  non abbia mai adottato pienamente lo stile di vita vegano…

Veganismo e cellulari

Una critica che viene mossa molto frequentemente ai vegani è la seguente:

Voi vegani siete incoerenti: dite di amare gli animali, però usate i telefonini, la cui produzione causa inquinamento (e dunque indirettamente produce danni per gli animali). Per non parlare di lavoro sottopagato e addirittura sfruttamento minorile nelle fabbriche e nelle miniere. Per essere coerenti, i vegani non dovrebbero usare né telefonini né computer.

Dire che i vegani siano ipocriti perché usano i telefonini è come accusare di ipocrisia chi si dichiari sostenitore dei diritti dell’uomo e compri palloni da calcio (perché la loro produzione comporta sfruttamento del lavoro, https://www.alberodellavita.org/lavoro-minorile-168-milioni-vittime-ricordo-nel-giorno-mondiale/), vestiti ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/14/schiavi-della-moda-i-nostri-capricci-sono-la-loro-condanna/3852085/  ), pomodori ( https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/06/02/oro-rosso-linferno-delle-braccianti-del-mediterraneo-tra-pomodori-e-violenze-ricatti-e-paghe-da-fame/4392448/ ), …

La produzione di tutti questi prodotti, cosí come la produzione di tecnologia, non è intrinsecamente immorale (a differenza della produzione di carne, ad esempio, che comporta necessariamente l’uccisione di esseri senzienti).

La soluzione a questi problemi ambientali ed etici non consiste dunque necessariamente in un’astensione completa da qualsiasi forma di consumo (sebbene una riduzione dei consumi sarebbe certamente d’aiuto…), ma da consumi più consapevoli. Cosí come è possibile fare scelte consapevoli quando si compra un pallone, un vestito, o un barattolo di pomodori, è possibile fare scelte consapevoli nell’uso e nei consumi legati alla tecnologia:

  • non cambiando telefonini all’uscita di ogni nuovo modello
  • comprando hardware usato, e riparando dispositivi danneggiati
  • scegliendo e promuovendo brand che prestano attenzione agli aspetti etici ed ambientali della produzione, come per esempio https://www.fairphone.com/it/ , che a fronte di un costo iniziale piuttosto elevato garantisce però una vita complessiva del telefonino molto piú lunga, e la disponibilità di parti di ricambio e moduli di estensione; esistono associazioni e siti che valutano l’aderenza a criteri etici ed ambientali dei brand produttori, come per esempio: https://www.ethicalconsumer.org/technology/shopping-guide/mobile-phones

Il problema ovviamente non riguarda specificamente il veganismo o i vegani, riguarda tutti.

I vegani promuovono uno stile di vita che riduca il piú possibile la sofferenza animale, e mostrano con l’esempio come fare. Chi solleva il problema dell’impatto ambientale e sociale dell’uso della tecnologia faccia lo stesso: proponga soluzioni e mostri con l’esempio quali comportamenti adottare – i vegani saranno sicuramente tra i primi ad adottare e promuovere abitudini di consumo piú responsabili.

Una dieta senza prodotti animali può essere sana?

Cosa dice la Società Italiana di Nutrizione Umana?

La Società Italiana di Nutrizione Umana ha pubblicato in un documento ufficiale la propria posizione sulla famiglia di diete “vegetariane”, che (come spiegato nel documento stesso) include sia diete lacto-ovo-vegetariane, sia diete completamente prive di prodotti di origine animale.

La conclusione del gruppo di lavoro è che entrambe le tipologie di diete vegetariane (dunque includendo quella vegana) sono nutrizionalmente adeguate, a patto che contengano un’ampia varietà di cibi di origine vegetale e un’adeguata assunzione di vitamina B12.

Links:

Cosa dice l’ American Academy of Nutrition and Dietetics (AAND)?

La posizione dell’ AAND è che le diete vegetariane o vegane, se propriamente pianificate, sono salutari, nutrizionalmente adeguate, e benefiche per la prevenzione e il trattamento di alcune malattie. Queste diete sono appropriate per tutti gli stadi della vita, compresi gravidanza e allattamento, infanti, bambini, adolescenti ed anziani, e sono adatte per chi svolge attività sportive. Le diete vegetali sono piu’ sostenibili dal punto di vista ambientale perché utilizzano meno risorse naturali e sono associate ad un minor danno ambientale. Le diete vegetariane e vegane comportano una riduzione del rischio per alcune patologie, come cardiopatie ischemiche, diabete di tipo 2, ipertensione, alcuni tipi di cancro ed obesità. 

Links:

Un’alimentazione vegana e’ adatta anche ad infanti, bambini e adolescenti?

Certamente:

Sebbene sia noto da oltre 30 anni che le diete vegetariane e vegane, se correttamente pianificate, siano nutrizionalmente adeguate e promuovano una crescita regulare fin dai primi anni dello sviluppo umano, alcuni ricercatori continuano a scoraggiare i genitori dal crescere i propri figli in un regime dietetico vegetariano o vegano.

La cosa si puo’ forse spiegare, sia pure parzialmente, dal fatto che alcuni casi sono stati descritti in letteratura, in cui bambini venivano sottoposti a regimi dietetici vegetariani molto restrittivi, con un range di alimenti e un apporto calorico molto limitato. Questi regimi dietetici, tuttavia, non sono certo da considerarsi propriamente pianificati, quindi non si puo’ trarre nessuna conclusione generale, riguardo alla crescita dei bambini, dall’analisi di questi casi.

Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, August 30, 2018

Link: https://jandonline.org/article/S2212-2672(18)30943-2/fulltext

Cosa dice l’associazione dei dietisti Canadesi?

Una dieta vegana propriamente pianificata e’ salutare.

Tutti possono seguire una dieta vegana: bambini, adolescenti, anziani. È sana anche per donne in stato di gravidanza e mamme. […] Nella popolazione vegana si riscontrano tassi inferiori di incidenza di patologie cardiache, diabete e alcuni tipi di cancro. I vegani, in media, hanno inoltre una pressione sanguigna piú bassa e sono a minor rischio di sovrappeso

Links:

E le linee guida del Servizio Sanitario Inglese?

Con un’adeguata pianificazione e comprensione di cosa costituisca una dieta vegana bilanciata e salutare, e’ possibile ottenere tutti i nutrienti di cui il corpo umano ha bisogno.

Links:

E l’associazione dei dietisti del Regno Unito?

L’Associazione Dietetica Britannica conferma che le diete vegane, se pianificate appropriatamente, siano adatte ad una vita sana per persone di tutte le eta’.

British Dietetic Association, Online newsletter, August 2017

Link: https://www.bda.uk.com/news/view?id=179

Altri studi

American Heart Association, Agosto 2019

Studio pubblicato ad Agosto 2019, condotto su una popolazione di 12000 persone in un periodo di 29 anni. “Conclusione: le diete ricche di prodotti vegetali, e povere di prodotti animali sono associate ad un minor rischio di patologie cardiache e mortalita’ nella popolazione generale.” 

Link: https://www.ahajournals.org/doi/10.1161/JAHA.119.012865

Japan’s Center for Public Health Sciences, Agosto 2019

Domanda:  qual e’ la relazione di lungo termine tra l’apporto di diversi tipi di proteine e cause (specifiche o generiche) di mortalita’ nella popolazione giapponese?

Risultato  In questo studio di una coorte di 70 696 Giapponesi adulti seguita in un arco temporale medio di 18 anni, un maggiore apporto proteico da alimenti vegetali e’ associato ad una mortalita’ totale piu’ bassa. Inoltre, sostituire proteine vegetali a proteine animali (particolarmente per carni rosse o insaccati), e’ associato ad un rischio inferiore di mortalita’ generale, e ad un rischio inferiore di mortalita’ dovuta a tumori o malattie cardiocascolari.

Link: https://jamanetwork.com/journals/jamainternalmedicine/article-abstract/2748453

Cosa succederebbe se tutti diventassero vegani?

A vegan world

  1. Gli allevamenti sarebbero costretti a chiudere a causa della mancanza di domanda.
  2. Una piccola parte degli animali verrebbe trasferita in strutture capaci di accudire gli animali al di fuori da logiche di sfruttamento e produzione. Il numero di animali “salvati” in questo modo dipenderebbe dalla quantita’ e dimensione delle strutture disponibili (che nel caso in cui tutti diventassero vegani, sarebbe molto maggiore di quanto non sia oggi)
  3. I rimanenti animali verrebbero uccisi e macellati; la carne derivata verrebbe venduta a prezzi bassissimi o distrutta, come sempre accade quando un’attivita’ commerciale e’ costretta a chiudere a causa di cambiamenti nel proprio mercato di riferimento. Ovviamente la colpa di questa uccisione di massa non sarebbe certo da imputarsi ai vegani, ma ai consumatori di prodotti animali e agli allevatori che – ricordiamolo – li avrebbero uccisi comunque
  4. Con la chiusura degli allevamenti, cesserebbero anche le pratiche di riproduzione forzata degli animali, con due importanti conseguenze:
    1. La sofferenza inflitta agli animali non si propagherebbe alle generazioni successive, cioe’ ad un numero incalcolabile di animali (ne vengono uccisi per l’industria della carne milioni ogni giorno: https://www.animalequality.net/food). L’interruzione di questo ciclo di riproduzioni forzate e sofferenza e’ la raison d’être stessa del rifiuto da parte dei vegani di consumare prodotti di origine animale.
    2. Il numero di animali domestici presenti sul pianeta diminuirebbe drasticamente, portando le percentuali a valori piu’ fisiologici e “naturali” per il nostro pianeta (attualmente, a causa dell’allevamento, gli animali da allevamento costituiscono il 60% di tutti i mammiferi presenti sul pianeta, e il 70% degli uccelli presenti sul pianeta sono polli o galline da allevamento, fonte: http://www.pnas.org/content/115/25/6506)
  5. La produzione di cibo per consumo umano aumenterebbe, con un consumo piu’ efficiente di risorse.
    1. In questo studio si discute come l’adozione di uno stile di vita vegano negli USA porterebbe ad una capacita’ produttiva tale da poter nutrire la popolazione corrente degli USA (327 milioni di persone), piu’ ulteriori 350 milioni di persone (fonte: http://www.pnas.org/content/early/2018/03/20/1713820115
  6. Il pianeta ne gioverebbe anche dal punto di vista ambientale. Si vedano ad esempio https://www.ft.com/content/3b210ddc-bba0-11e8-8274-55b72926558f e lo studio citato direttamente nell’articolo https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29853680
  7. Si leggerebbero molte meno stronzate su facebook, da parte di persone ignoranti e contrarie alla causa vegana